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Il classico degli italiani alla domenica sera? Ovviamente la #pizza!!!

Il classico degli italiani durante la notte? Una sete da cammello, dormiveglia tutta la notte, bottiglie di acqua ed un via vai dalla cucina… il risultato? Coma profondo il lunedì mattina. Solitamente diamo colpa al lievito oppure ai condimenti, ma non sono gli unici responsabili dell’effetto “cammello”.

Qual è il problema? Il tutto sta nella farina che la maggior parte dei pizzaioli utilizza per l’impasto, o meglio, il mix di farine e lievito pronto da impastare, ricco di enzimi. Questi ultimi servono a trasformare gli zuccheri complessi, contenuti nella farina, in zuccheri semplici che diventano il nutrimento preferito degli enzimi.

Nella pizza, l’attività degli enzimi termina quando gli amidi della farina diventano zuccheri semplici e quindi il “pasto” dei microrganismi. Il loro lavoro prosegue pure se non sono stati raggiunti i tempi di lievitazione della pizza, o meglio dell’impasto, ovvero le classiche 72 ore, per esempio continuerà nel nostro povero stomaco, dove i cari enzimi ricercano continuamente acqua. Ed ecco qui il perché della nostra “sete da cammello” post pizza.

Quindi, che fare per evitarlo?

Scegliere pizzerie che dichiarano un processo di lievitazione o maturazione di almeno 24 ore, 48 meglio e 72 l’apoteosi; chiaramente il costo della pizza sarà più elevato ma dietro a questo c’è una lavorazione ed una organizzazione più curate, ma guadagnerete ore di sonno e niente sveglie notturne.

©2024 Manuela Mapelli | Biologa - Nutrizionista | P. IVA: 03456770134 | Via Vittorio Veneto, 13 - Lecco | +39.347.2379913 - manumapelli@gmail.com | Privacy Policy

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